- Perché il titolo “Matriosca”, come la bambola russa?
Tutto è cominciato quando, cercando di rappresentare me stessa, mi sono trovata a disegnare una matriosca. La bambola mi ha ispirata a paragonare la mia identità sia alla sua forma che al suo significato. Sono partita dal presupposto che in quanto matriosca, costruita in modo tale che ogni bambola contenga quella successiva, l’identità di ogni persona è formata da un insieme di strati.
Inoltre, l’etimologia della parola matriosca (una donna e una madre onesta e di alti principi) ha alimentato l’indagine della mia identità in quanto donna e delle donne di cui sono il frutto.
Per meglio capire le donne che mi hanno preceduta, ho fatto una ricerca nel mio archivio di famiglia. Le vecchie foto di mia nonna, che non c’è più, e le conversazioni che hanno scaturito tra me e mia madre mi hanno spinta ad analizzare e raccontare la storia della mia “matriosca”.
Proprio come le bambole intricate contenute l’una nell’altra, ho visto l’immagine di me stessa all’interno di mia madre, a sua volta contenuta in mia nonna: ho continuato così ad analizzare la mia matriosca.